18 dicembre 2023: giornata mondiale dei migranti
Dichiarazione dei Missionari scalabriniani presenti in Europa e Africa
La celebrazione della giornata mondiale del migrante inizia nelle Filippine nel 1997 e viene proclamata globalmente nel 2000 per ricordare il giorno – 18 dicembre 1990 – in cui le Nazioni Unite adottano la Convenzione internazionale sui diritti di tutti i migranti e le loro famiglie.
Ma di quali diritti si tratta? Innanzitutto, il diritto ad essere considerati persone, non clandestini, non invasori, non parassiti della società, non criminali e delinquenti in fieri, non… tutte quelle etichette che annullano la dignità dell’essere umano per farne l’ostaggio di pregiudizi, stereotipi e convincimenti ideologici.
E l’anno che ci stiamo lasciando alle spalle, soprattutto nel mondo della politica, è stato molto generoso in esempi di come migranti e rifugiati non interessano per quello che SONO ma per la loro manipolabilità che li trasforma facilmente in ostaggi di interessi di parte.
L’Unione Europea che si prefiggeva, ad inizio anno, di approvare un Nuovo Patto sulla Migrazione e l’Asilo in modo da implementare adeguate politiche per accogliere, accompagnare, promuovere e integrare i migranti finisce l’anno con l’appello a costituire “un’alleanza globale” contro i trafficanti di esseri umani.
Non che il contrasto ai trafficanti che speculano vergognosamente sulla fragilità umana di migranti e rifugiati non sia importante. Questo proclama diventa però fuorviante quando l’obiettivo non è di proteggere le vittime, i migranti e rifugiati, ma di impedire che questi partano o costringerli a restare nei loro Paesi di origine o, al limite, nei campi di detenzione di Libia e Tunisia, dichiarati ad arte “Paesi sicuri” con i quali stringere “redditizi” accordi di cooperazione, allo scopo di alleggerire il senso di colpa (nel caso facesse capolino) di Paesi membri dell’Unione europea che in tal modo tengono lontani migranti e rifugiati dai propri confini.
È quanto si afferma popolarmente con: “lontano dagli occhi, lontano dal cuore”, oppure con una formula più “forbita”: la scelta di esternalizzare le politiche migratorie e le procedure di asilo mandando i migranti in Paesi terzi. Ci hanno provato la Gran Bretagna, la Danimarca e l’Austria con il Ruanda; ci prova l’Italia con l’Albania e sembrano pensarci Germania e Francia…
E se ai timori, sollevati da molte organizzazioni di solidarietà, per i diritti umani dei migranti e rifugiati “esternalizzati” si risponde dicendo che l’Albania non è la Tunisia, anche le più “materiali” considerazioni di carattere economico (la costruzione dei due centri in Albania costeranno all’erario italiano quasi 100 milioni di euro nel 2024 mentre i dieci CPR già attivi in Italia sono costati 54 milioni di euro negli ultimi quattro anni) sembrano lasciare il tempo che trovano.
In realtà, il furore ideologico delle proprie pseudo-certezze non ammette repliche o critiche e tutto ciò a scapito di quei soggetti di diritto, migranti e rifugiati, che vorremmo salvaguardare. Ecco perché torna sempre attuale l’invito di papa Francesco, in occasione della giornata per la pace del 2018, quando esorta: «tutti gli elementi di cui dispone la comunità internazionale indicano che le migrazioni globali continueranno a segnare il nostro futuro. Alcuni le considerano una minaccia. Io, invece, vi invito a guardarle… come opportunità per costruire un futuro di pace».
Fin quando il migrante e rifugiato è per noi una minaccia per il nostro benessere e per la politica una minaccia alla smisurata ricerca di consensi “ad ogni costo”, tutte queste considerazioni rimarranno lettera vuota. Ma non perdiamo la speranza e continuiamo a ricordare e celebrare. Buona giornata di impegno e sensibilizzazione a tutti!
E allo stesso tempo è l’occasione di augurarci un 2024 più rispettoso di quanti, migranti e rifugiati, cercano l’opportunità di una vita degna lontano dalla loro terra natia!