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Studi Emigrazione n°219/2020

Studi Emigrazione Anno LVII: 219/2020

a cura di Paola Corti

In una produzione storiografica ricca ormai di numerose ricerche dedicate alle donne e ai rapporti di genere in differenti periodi storici, sono davvero scarsi gli studi che in Italia hanno esaminato la condizione femminile in contesti diversi da quelli popolari o in ambiti di lavoro non esclusivamente domestico, operaio e contadino. Tra le non numerose pubblicazioni va annoverato un volume che a suo tempo ha permesso di leggere nel lungo periodo come, soprattutto dopo il declino della presenza spagnola in Italia, e con la fine della reclusione domestica femminile tra i ceti aristocratici, e poi anche tra quelli borghesi, si siano registrati non trascurabili ruoli culturali delle donne all’ interno dei salotti letterari. Questi ruoli hanno assunto dimensioni più rilevanti nei secoli seguenti: dapprima con l’Illuminismo, grazie all’estendersi di tale forma di intrattenimento; in seguito, con la crescita dei salotti in città dove, come a Torino o in quelle di altri stati preunitari, si rifugiavano gli esuli risorgimentali; e infine anche altrove, nel primo Novecento, grazie alla più ampia diffusione dei salotti (Betri e Brambilla, 2004).

E proprio sul Novecento, tra le altre ricerche di genere condotte a livello regionale, si è incentrata alcuni anni dopo un’indagine diretta ad esaminare, per il Piemonte, la presenza femminile in contesti lavorativi e in ambiti meno analizzati, come le professioni liberali, l’imprenditoria e le carriere politiche (Audenino, Corti, 2007; Castagnoli, 2007; Silvestrini, Simiand, D’Urso, 2007).