L’Emigrato – febbraio 1983 – n. 2

Non passa giorno che si leggono sui giornali fatti di questo genere: «Nella mia miseria di Modena riesco a sopravvivere; nella mia miseria di Napoli sarei uno dei tanti disoccupati». Dicono che Modena sia la città più ricca d’Italia, ancora più ricca di Milano, e lo dicono le statistiche; vuol dire che è vero. Nei posti più disagiati lavorano loro, quelli del Sud, i «marocchini» come dicono a Modena e un po’in tutta Italia. Prima erano solo «marocchini», adesso che c’è la crisi sono «marocchini che rubano lavoro». È il Corriere della Sera che lo riporta: «Lasciamo stare la storia dei marocchini; io dico solo che nella mia stanza ci sono i topi. Siamo in dieci in un appartamento, il padrone di casa ci tratta come schiavi; per un lettino sborso 50.000 lire, altre 50.000 per il riscaldamento … I modenesi li ho come cancellati; spero solo di andare via al più presto». «Debbono capire che il “marocchino” del Sud è solo un italiano che vuole lavorare. Cosa ci vuole di più per essere rispettato? L’isolamento e la disperazione portano alcuni di noi alla droga».