Quaderni UDEP – settembre 1975
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I lavoro nei gruppi rappresenta, per molti di noi, t’impegno pastorale più complesso e più aleatorio.
Esperienze di gruppi che nascono e muoiono net giro di due stagioni non sono cosa rara, come 1’esperienza di gruppi che vivono stentatamente all’insegna di un vago culturismoo.
Le difficoltà sono note e purtroppo croniche: difficoltà di linguaggio, d’interpretazione di esigenze e quindi di scelte di impegni, per accennare alle più serie. A queste ne va aggiunta una, che forse raramente si ha il coraggio di chiamare con il suo nome: 1,a mancanza di veri animatori.
Gli espedienti per camuffare l’autoritarismo non “tengono”, le attività di “richiamo” rivelano troppo in fretta la loro fragilità e presto emerge in animatori e soci l’intuizione che, se.il gruppo vuole vivere, ciascuno in esso deve diventare responsabile e partecipe –
Ma il nodo del problema sta proprio nel rendere attuabile questa intuizione. Ed innegabile che questo rimane in gran par-te il compito più arduo e più entusiasmante dell’animatore. Ne segue che occorre forse rivedere atteggiamenti e metodi.
Queste riflessioni di MichèZ Sguier, Segretario Generale del l’INODEP, pubblicate dalla rivista francese se “Catéchèse”, · ci sembrano un valido contributo al riflessione per aprire uno spazio culturale nuovo alla figura dell’animatore.
– I nuovi animatori e la loro formazione 3
– Il CGM “Centro Giovanitle Monaco” 14
Radiografia di un gruppo
– 12 ottobre 1975: “Giornata del Concittadino straniero”
“Insieme per la giustizia” 27
– Tra tedeschi e stranieri Un incontro di preghiera 36