Quaderni UDEP – aprile-maggio 1976
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L’insegnamento della religione è diventato oggetto di contrasto. Ci sono voci radicali che dicono: nella scuola di una società pluralistica non ci deve essere la materia “religione”. Altri richiedono, con altrettanta energia, che questa “materia” rimanga. _Fra questi ultimi vi è inoltre una disparità di concezioni come questo insegnamento debba realizzarsi. Inoltre vi è l’opinione: la Chiesa deve rinunciare, in vista delle sue forze e delle sue finalità, all’insegnamento della religione nelle scuole pubbliche.
In questa situazione incerta il Sinodo vorrebbe dare un suo contributo per la formazione di una volontà comune dei cattolici nella Repubblica Federale Tedesca. Per lo meno nei problemi chiave – come debba essere giudicata la situazione di questa materia; se ci possa o ci debba essere l’insegnamento della religione; come esso debba essere motivato; qua li siano le sue funzioni; se esso debba continuare ad esse= re confessionale – bisogna creare una concordanza, se non si vuole che l’insegnamento della religione crolli per la mancanza di unità dei responsabili.
1. LA SITUAZIONE
1.1 Alunni – Insegnanti – Genitori
1.2 Società – Chiesa – Scienza dell’educazione
1.3 Nuovi tentativi
1.4 Insegnamento della religione – Catechesi nella comunità
2. CONCEZIONE DELL’INSEGNAMENTO DELLA RELIGIONE NELLA SCUOLA
2.1 Criteri per la motivazione dell’insegnamento della religione
2.2 L’insegnamento della religione in base alla Costituzione
2.3 L’insegnamento della religione alla luce della pedagogia
2.4 L’insegnamento della religione alla luce della teologia
2.5 Mete dell’insegnamento della religione cattolica
2.6 L’interesse della Chiesa per l’insegnamento della religione
2.7 Confessionalità
2.8 L’insegnante di religione
3. CONSEGUENZE E RICHIESTE