Dichiarazione dei Missionari scalabriniani presenti in Europa e Africa in seguito all’ennesima strage in mare di migranti
Ennesima strage di migranti morti nel Mediterraneo nella notte tra sabato e domenica di fine febbraio 2023: la Dichiarazione dei Missionari Scalabriniani
Contra factum non valet argumentum
Lo dicevano i latini e volevano significare che contro la prova dei fatti nessun argomento potrà avere valore.
E invece l’ennesima strage di migranti morti nel Mediterraneo nella notte tra sabato e domenica di fine febbraio 2023 sembra veicolare il messaggio inverso, e cioè: non ci interessa il fatto che siano morte decine di persone, tra cui molte donne e bambini, ma le nostre spiegazioni. E mentre si versano lacrime di facciata, le argomentazioni strumentali sui migranti e le loro tragedie si rincorrono e si annullano.
Ed è una ridda di dichiarazioni ideologiche e fuorvianti: se sono morti, “è colpa degli scafisti (e implicitamente dei migranti che si affidano a loro”; per evitare i morti, “bisogna contrastare gli scafisti (e le ONG!), impedendo ai migranti di partire”; per impedire ai migranti di partire “bisogna pagare i paesi di origine e di transito che li trattengano sui loro territori” oppure nel campo avverso si sostiene: se sono morti, “è colpa dei governi che non predispongono operazioni di salvataggio in mare e invece contrastano chi lo fa”; “è colpa dei governi che costruiscono muri e barriere contro i migranti”; “è colpa della UE che non predispone una efficace politica migratoria e di accoglienza”… e così via…
L'ennesima strage di migranti: 25.000 morti dal 2014 a oggi
In fondo, dei morti, di questi e dei 25 mila che li hanno preceduti nel “cimitero Mediterraneo”, non interessa a nessuno: chi sono, chi lasciano, cosa cercano, cosa portano con sé: quali sogni, speranze, aspirazioni…, perché scelgono di mettere a rischio la loro vita e quella dei loro cari… queste domande sono come fastidiose punture di insetti ai facili versatori di lacrime che dinanzi alla durezza dei fatti continuano imperterriti a ripetere meccanicamente i loro assurdi ritornelli argomentativi.
Che fare allora? Se i politici e la politica proprio non riescono a vedere al di là dei miseri interessi di parte, tocca alla società civile prendersi la responsabilità di rimettere al centro dell’attenzione la dignità della persona umana, la dignità dei migranti, la dignità dei cittadini che non vogliono negare le realtà, la durezza e la complessità delle migrazioni odierne (che non sono dissimili dal passato).
Costruiamo nuove “politiche” capaci di garantire, come ripeteva San Giovanni Battista Scalabrini, “libertà di migrare SI, ma NON libertà di far emigrare”, ma soprattutto facciamolo coscienti che migliaia di migranti continuano e continueranno (quando non periscono lungo il percorso ad ostacoli da noi approntato) ad arrivare nelle nostre città e nei nostri Paesi in cerca di dignità, rispetto e accoglienza che non possiamo negare loro dicendo che “non avrebbero dovuto venire”.