L’Emigrato – ottobre 1988 – n. 10

 «Ma non si sta bene in Svizzera?» – mi interpella al telefono mia sorella Agnese, lasciandomi interdetto. «Se si sta bene in Svizzera? Ma perché mi fai questa domanda?» «Il cognato don Dino, che è passato lì da te, mi ha detto che non ci starebbe per tutto l’oro del mondo: l’Africa è meglio». E allora le spiego che qui ci sono belle case, strade pulite, ordine e franchi reputati per la loro stabilità, ma forse quanto al calore umano, alla ricchezza della fede, a/l’apprezzamento del ruolo del prete, forse sì, anche se non ci sono mai stato, l’Africa è meglio. Adesso non so se mia sorella mi commiseri un po’, o mi guardi con più ammirazione: bisognerà che glielo chieda. Dovrei anche spiegarle altre cose. Che l’Europa è anche terra di missione perché la fede cristiana è diventata, o per lo meno ci si è accorti che è minoranza: per questo il papa, assieme agli episcopati europei, invita a rievangelizzare l’Europa. «E poi, vedi, c’è una missione tutta particolare in Europa, che è quella presso gli stranieri. In Italia se ne rendono conto in pochi, ma il problema degli stranieri è molto importante per i paesi europei ed è una grande sfida per la Chiesa».