L’intervista a Lorenzo Prencipe su TV2000: Scalabrini, il Santo Patrono dei Migranti
Lunedi 5 giugno, alle 19.30 su Tv2000, Enrico Selleri ha incontrato padre Lorenzo Prencipe, missionario scalabriniano, Presidente del Centro Studi Emigrazione di Roma, e padre Leonir Chiarello, Superiore Generale dei Missionari Scalabriniani, per parlare, nel primo anniversario della morte (il 1° Giugno) dopo la sua Canonizzazione, di San Giovanni Battista Scalabrini, del suo carisma e dell’attualità del suo messaggio in favore dei migranti in Italia e nel Mondo.
A seguito dell’evento del 1 giugno tenutosi presso la Fondazione Centro Studi Emigrazione sugli scritti di San Giovanni Battista Scalabrini, si torna a parlare del patrono dei migranti anche a TV2000.
Anche grazie al convegno organizzato dallo CSER, il focus si è posto sul carisma di San Giovanni Battista Scalabrini e sull’attualità del suo messaggio in favore dei migranti in Italia e nel Mondo.
Enrico Selleri ha intervistato, nel corso del programma In Cammino, Padre Lorenzo Prencipe e Padre Leonir Chiarello, analizzando in profondità il messaggio di San G.B. Scalabrini e la situazione migratoria attuale.
TV2000: lo stile "sinodale" di Scalabrini, Santo patrono dei migranti
«Scalabrini ha saputo ascoltare e vedere la situazione dei migranti. Di fronte a questa situazione, Scalabrini non è rimasto indifferente, è stato attivo, si è coinvolto e ha coinvolto la chiesa, la società e i governi».
Così apre il dibattito Leonir Chiarello, che sottolinea le qualità e l’immenso lavoro di San Giovanni Battista Scalabrini, portando nello studio di TV2000 un approccio nuovo per molti al tema delle migrazioni.
«Scalabrini in una prospettiva sinodale ha camminato con i migranti nelle parrocchie quando era vescovo, quando era parroco ancora prima. E lo ha fatto anche visitando le comunità di migranti e i missionari e missionarie in Brasile e negli Stati Uniti. Ha visto le necessità e, di fronte a queste necessità, si è coinvolto costituendo due istituti religiosi e una società di laici per rispondere alle necessità dei migranti».
A continuare il discorso, Padre Lorenzo Prencipe, missionario scalabriniano e Presidente dello CSER. Alla domanda di Enrico Selleri sui motivi per i quali le persone lascino il proprio Paese, Prencipe risponde:
«Dovrebbe essere per la ricerca di arricchirsi umanamente, di fare nuove esperienze, di trovare nuove possibilità di incontri, di occasioni diverse. Ma la realtà è un po’ più dura. La maggioranza di questi migranti lo fa per necessità, spinta a lasciare il proprio Paese e a dirigersi altrove, spinta da motivi indipendenti dalla loro volontà, come sono le guerre, le catastrofi naturali, lo sfruttamento delle risorse di molti Paesi del mondo che non vanno a beneficio delle popolazioni locali. Quindi la maggioranza di questi migranti è spinta verso l’esterno e una parte di essi arriva in Italia. I 5 milioni di immigrati in Italia fanno il passo con i 5 milioni di italiani nel mondo. Quindi partire, arrivare, ripartire è una realtà abbastanza usuale nel nostro mondo. Non è qualcosa di strano, di straordinario, i motivi sono motivi forzati».
La Chiesa del domani secondo Lorenzo Prencipe
Riprendendo inoltre la Festa dei Popoli tenutasi il 26 maggio nella parrocchia del Santissimo Redentore a Val Melaina, Lorenzo Prencipe espone la sua visione sulla Chiesa del futuro, su un mondo religioso in cui le diversità si incontrino per formare comunità, condivisione e fratellanza:
«La chiesa dei Popoli fa capire quale sarà la chiesa di domani, più colorata, più unita nelle diversità. I territori di Roma sono multiculturali e da questa capacità di mettere insieme le differenze bisogna arrivare a dei percorsi di comunione, di arricchimento reciproco. Solo così quella dolorosa necessità dell’emigrazione può diventare provvidenziale. Unire popoli diversi attorno a un canto, a una danza, a una mensa, a un altare; celebrare la festa significa rendersi conto che questa festa viene preparata da tanti gesti di condivisione, come l’apprendimento della lingua, accoglimento dei bambini nell’oratorio, l’idea di dare loro un catechismo che tenga conto di ciò che hanno già ricevuto. Tutto questo può tradursi in festa».
Una testimonianza diretta, questa, dell’impegno di Leonir Chiarello e Lorenzo Prencipe e di tutti gli scalabriniani per creare un mondo in cui la diversità diventi ricchezza primaria e l’accoglienza si rinnovi e si trasformi nella prima regola di approccio all’altro.