Studi Emigrazione n° 237/2025
Studi Emigrazione Anno LXII: 237/2025
Il numero 237 (genn.-marzo 2025) di Studi Emigrazione riprende il progetto Ponti di dialoghi, volto a evidenziare come le maggiori città italiane siano state nell’ultimo millennio luoghi di partenze e di arrivi. Per quanto riguarda Genova e la Liguria, l’area regionale prescelta per questo fascicolo, tale duplice ruolo è evidente: non solo il porto genovese è stato per secoli l’unico porto transoceanico della Penisola, ma ha beneficiato di una rete di porti minori disposti lungo le riviere di Levante e di Ponente. Questo sistema portuale si estende per i circa 240 km di costa, mentre la profondità verso l’interno arriva a un massimo di 35 km essendo bloccata da Appennini e Alpi liguri.
Genova è probabilmente un centro di scambi già in epoca preromana e dal V secolo a.C. è dotata di un grande porto, che ne ha potenziato la capacità commerciale e demografica. Agli inizi dello scorso millennio la repubblica genovese inizia ad asservire tutta la costa e a espandersi nel Mediterraneo, tramite i commerci e la fondazione di colonie. Poi si affaccia sull’oceano Atlantico, come comprova la genovesità di Cristoforo Colombo.
Grazie a questa lunga fase di predominio dei mari sin dal medioevo la città attira popolazione dall’interno della Penisola (Enrico Basso) e da tutto il bacino del Mediterraneo (Andrea Zappia e Antonio Musarra), garantendo loro una serie di mestieri navali, ma divenendo anche mercato di schiavi. Nell’età moderna prosegue ad attrarre grazie a questo doppio binario: si creano insediamenti mercantili per gestire i traffici marittimi (Carlo Taviani) e si richiamano lavoratori da un retroterra che si estende progressivamente sino alla Svizzera (Stefania Bianchi).
Nell’Ottocento Genova ha perso la propria libertà, occupata dai francesi è poi ceduta ai Savoia, ma diviene prima il porto del Regno di Sardegna e poi quello del regno d’Italia. Richiama allora una massa che salpa verso nuovi traffici, nonché verso nuove terre (la grande migrazione transoceanica da Italia, Svizzera e Austria). Allo stesso tempo nascono le infrastrutture di sostegno del porto e delle attività navali: Genova diventa così, e lo è per almeno un secolo, la terza città industriale d’Italia e un magnete immigratorio. Persino quando il sistema portuale-industriale crolla e la città decade, essa e tutta la regione proseguono a richiamare popolazione dalla Penisola e da luoghi ancora più lontani, si pensi all’immigrazione sudamericana in parte legata al ritorno degli antichi migranti verso quel subcontinente (Salvatore Palidda e Francesca Martini).
PONTE DI DIALOGHI: L’IMMIGRAZIONE A GENOVA
E IN LIGURIA DAL MEDIOEVO A OGGI
a cura di Matteo Sanfilippo e Francesco Surdich
3 – Genova, porta e porto di migrazioni
Matteo Sanfilippo
21 – Immigrazione e imprenditoria a Genova e Savona
nel Tardo Medioevo
Enrico Basso
37 – Schiavi e galeotti fra Tre e Cinquecento
Antonio Musarra
51 – Migrazioni ebraiche a Genova e regione tra medioevo
ed età moderna
Andrea Zappia
67 – Gli operatori commerciali e finanziari stranieri
a Genova (1450-1720)
Carlo Taviani
85 – Svizzeri a Genova e in Liguria: dai nuovi equilibri politici all’istituzione del consolato (XVI-XIX sec.)
Stefania Bianchi
99 – Le migrazioni a Genova nel Novecento
Salvatore Palidda
111 – Le immigrazioni straniere a Genova
Francesca Martini
Altri articoli
122 – Italian migration to South Australia, place making and cultural belonging: The Role of the South Australian Italian Association
Daniela Cosmini, Diana Glenn
141 – Stress migratorio e adattamento culturale: quali associazioni con le caratteristiche personali e socio-demografiche
dei migranti?
Matthew Olusola Akinyemi
162 – RECENSIONI
Lorenzo Prencipe (Fondazione CSER, Rome)
Matteo Sanfilippo (Università della Tuscia – Fondazione CSER, Rome)
Matteo Sanfilippo (coordinatore, Università della Tuscia – Fondazione CSER, Rome), Paolo Barcella (Università di Bergamo), Andrea Falzarano (Fondazione CSER, Rome), Stéphane Mourlane (Università Aix-Marseill), Carola Perillo (Fondazione CSER, Rome), Lorenzo Prencipe (Direttore, Fondazione CSER, Rome), Toni Ricciardi (Università di Ginevra), Aldo Skoda (Scalabrini International Migration Institute, Rome), Alessandro Zelli (Fondazione CSER, Rome)
Graziano Battistella (Scalabrini Migration Center – Quezon), Federica Bertagna ( Università di Verona), Paolo Bonetti (Università degli Studi di Milano-Bicocca), Corrado Bonifazi (IRPSS-CNR, Rome), Michele Colucci (ISSM-CNR, Napoli), Cinzia Conti (ISTAT), Paola Corti (Università di Torino), Marco Martiniello (Université de Liège), Giovanni Pizzorusso (Università di Chieti – Pescara), Donatella Strangio ( Sapienza, Università di Roma), Salvatore Strozza (Università di Napoli), Maddalena Tirabassi ( Centro AltreItalie), Giovanni Giulio Valtolina (Università Cattolica del Sacro Cuore, Milano), Massimo Vedovelli (Università di Siena).
Giuseppe De Rita (former president CNEL, Rome), Emilio Franzina (Università di Verona), Antonio Golini (emeritus, Università di Roma La Sapienza), Russel King (University of Sussex), Desmond O’Connor (Flinders University, Adelaide), Antonio Paganoni (Congregazione scalabriniana), Enrico Pugliese (Università di Napoli), M. Beatriz Rocha-Trindade (Universidade Aberta – Lisboa)
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